Romano Benini è esperto per il Pnrr presso la Presidenza del Consiglio, professore straordinario di Sociologia del welfare presso la Link University di Roma, ha insegnato in diverse università ed è stato consulente tecnico per le politiche di welfare e del lavoro di diverse istituzioni pubbliche e private, nonché delle regioni e del Ministero del Lavoro.

1. Che cos’è la Fondazione Impresasensibile ETS?
La Fondazione Impresasensibile è un ente, iscritto nel nuovo registro degli enti del terzo settore, che intende promuovere e sostenere iniziative di promozione e sviluppo sociale attraverso la funzione delle imprese e delle attività economiche. La Fondazione agisce per promuovere iniziative in rete ed un soggetto centrale di questa rete è la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, nella sua dimensione nazionale e nella sua articolazione territoriale. Intendiamo coinvolgere e stimolare questo pluralistico sistema di imprese associate al mondo dell’artigianato e delle pmi al fine di diventare promotrici di sviluppo sostenibile socialmente. L’ambito degli interventi è vasto e riguarda tutti i campi dello sviluppo umano, dall’assistenza all’orientamento, dalla promozione sociale al servizio civile, dall’inclusione lavorativa alla cooperazione internazionale. La nostra convinzione è che l’impresa, soprattutto l’impresa artigiana, abbia una vocazione sociale da sostenere e da promuovere, come fulcro delle nostre comunità. Siamo consapevoli che dove non troviamo le imprese e gli artigiani i legami sociali si indeboliscono e siamo convinti che sostenere l’artigianato significa sostenere quel legame tra i cittadini che forma le nostre comunità.

2. Quali sono i valori che vuole rappresentare ed incarnare?
I valori di fondo riguardano la convinzione che sia necessario tenere teso e ben funzionante il filo che lega l’economia alla società passando attraverso il lavoro. L’economia ha scopi sociali e non è solo uno strumento per il profitto. Il guadagno deve essere un risultato, ma non l’obiettivo unico dell’agire delle imprese. I nostri valori si richiamano ai principi che vedono le imprese, soprattutto le imprese artigiane, essere una componente fondamentale della cultura di un territorio e pertanto un veicolo di diffusione di saperi, di comportamenti e di valori. L’impresa va sostenuta nel suo essere parte attiva dell’identità locale e nazionale. Sono i valori fondanti di una idea di economia che risponde alla storia italiana e che vede le imprese agire come fanno le piante: con radici ben piantate nel territorio, che trasferiscono ed alimentano il saper fare producendo ricchezza e benessere che trasferiscono e restituiscono alla comunità da cui a loro volta attingono i saperi e l’ambiente che permette loro di operare, come fanno le piante producendo ossigeno. Le piccole imprese e le imprese artigiane non esistono se non sono componenti ed espressione di un territorio e per vocazione sono chiamate ad essere sostenibili dal punto di vista sociale ed ambientale. Le imprese a cui ci rivolgiamo sono quelle per cui, ad esempio, la CNA è un riferimento e che si distinguono per aver preferito la qualità alla quantità.

3. Quali sono le principali attività su cui la Fondazione è impegnata?
Siamo impegnati nell’ambito della promozione ed inclusione sociale, sostenendo diversi progetti sul territorio, nel rapporto tra la formazione, l’orientamento e l’inclusione, nel sostegno ad iniziative sociosanitarie ed assistenziali, nella cooperazione internazionale, nel servizio civile universale. Stiamo anche riavviando una linea importante di coprogettazione per sostenere e promuovere progetti sostenuti tramite i fondi comunitari per l’inclusione e lo sviluppo. Un tema in questo senso molto importante resta quello della responsabilità sociale delle imprese e riteniamo che vadano promosse iniziative tramite la Fondazione nell’ambito di quel welfare territoriale e comunitario che è fondamentale per determinare un ambiente favorevole allo sviluppo ed alla crescita delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese. Siamo un soggetto iscritto all’albo degli enti di volontariato del 5 per mille e siamo ente di prima classe per le iniziative del servizio civile. A questo proposito, i progetti che sono stati nei mesi scorsi impostati e condivisi con l’ecosistema valoriale del mondo artigianale e delle pmi sono stati tutti finanziati e partiranno a breve i relativi bandi. Abbiamo inoltre in corso una attività significativa di sostegno alle iniziative di sviluppo di alcune aree dell’Africa, dal Congo al Burundi, colpite da gravi problemi sociali e dalle guerre. In particolare sosteniamo interventi per il sostegno alle giovani generazioni e per poter promuovere interventi educativi in contesti difficili.

4. Ci sono particolari settori di utilità sociale in cui la Fondazione è desiderosa di prodigarsi?
Tutti gli ambiti che permettono di rafforzare il rapporto tra crescita economica e sostenibilità sociale sono importanti. In questo periodo e nei prossimi mesi intendiamo avviare e sostenere alcune iniziative mirate e sperimentali nel campo della lotta contro la dispersione scolastica e la povertà educativa nel Mezzogiorno, anche attraverso l’orientamento verso i mestieri artigiani, tema per noi centrale. Ci sono diversi aspetti importanti su cui intendiamo avviare sperimentazioni progettuali, tra questi il tema del passaggio generazionale dei mestieri a rischio di scomparsa e quello del sostegno ad iniziative di inclusione delle persone svantaggiate e a rischio di disagio, soprattutto giovani in povertà, disabili ed immigrati. È interessante inoltre intervenire sul tema del welfare territoriale e di comunità, anche per favorire il mantenimento delle realtà artigianali nelle aree a rischio di spopolamento, soprattutto quelle interne, che hanno una importante cultura artigiana che rischia di scomparire.

5. In definitiva, che tipo di impatto si prefigge di generare la Fondazione?
Ci interessa fare cultura di impresa in forma al tempo stesso nuova ed antica. Nuova perché solo da pochi anni ci si è resi conto che uno degli aspetti del vantaggio competitivo delle piccole imprese italiane sta nei legami sociali attraverso cui operano, nelle vocazioni produttive da cui attingono, nel valore diffuso che esce dai nostri territori e che si alimenta attraverso la funzione sociale, inclusiva e partecipativa delle nostre imprese. Antica perché questa attenzione alla comunità ed al territorio è figlia della nostra storia secolare.
Non si tratta di fare beneficienza, funzione che sanno svolgere anche le multinazionali prive di identità territoriale, ma di agire come parte di un contesto, di un ambiente, nella consapevolezza che quanto si prende dal territorio va restituito e che il ramo su cui tutti noi siamo seduti va mantenuto sano e fortificato. Siamo convinti che questa attitudine sia molto presente nella rete che condividiamo con l’ecosistema citato in precedenza, e possa essere il riferimento più adatto per promuovere, sostenere, diffondere e raccontare il grande cuore dell’artigianato italiano. Perché come è il cuore che pompa il sangue è la società che spinge l’economia.